Come cambia il data center nel 2021? Cosa si devono aspettare cloud service provider e aziende clienti dopo l’esperienza del 2020? Che cosa ci possiamo aspettare in termini di crescita di mercato, di variazione dei costi per le aziende? E la tecnologia?
Il 2020 è stato l’anno della consacrazione del cloud, dei servizi as-a-service e, di conseguenza, dei data center.
Data center, data center ovunque , ma meglio se di prossimità per favorire la compliance. L’anno passato ha visto un fiorire di nuove strutture e di cloud service provider per garantire l’accelerazione al cloud richiesta da ciò che sarà la nuova normalità.
Lo smart working, l’on-premise abbandonato a sé stesso, i limiti operativi contingenti imposti ai team It, l’incremento degli attacchi ai sistemi, la crescita esponenziale dei dati sono solo alcuni dei fattori che hanno determinato questa accelerazione.
Data Center nel 2021: le previsioni si rivedono al rialzo
Torna buona la previsione della settima edizione del Cisco Global Cloud Index (2016-2021), totalmente ignara di cosa sarebbe successo due anni dopo:
“Si prevede che entro il 2021 ci saranno 628 data center hyperscale a livello globale, contro i 338 del 2016”. Valore che, probabilmente, sarà da rivedere, probabilmente al rialzo.
Ancora: “entro il 2021, i data center hyperscale supporteranno”:
- Il 53% di tutti i server data center (27% nel 2016)
- Il 69% di tutta la potenza di elaborazione dei data center (41% nel 2016)
- Il 65% di tutti i dati archiviati nei data center (51% nel 2016)
- Il 55% di tutto il traffico data center (39% nel 2016).
Questi dati, invece, potrebbero aver bisogno di un ritocchino al ribasso, visto che per data center hyperscale si intendono i cloud pubblici. Oggi, come sappiamo, il cloud pubblico ha un senso ben preciso in un contesto hybrid e, all’occorrenza, multi-cloud, ma non rappresenta più la massima aspirazione di un paio di anni fa.

Come cambieranno i data center? Le previsioni di Dell’Oro Group
Le previsioni di Dell’Oro Group, una società di analisi tra le più considerate nel settore dell’It B2B, riassumono molto bene le tendenze che investiranno i data center e che i cloud service provider e le aziende clienti dovranno considerare.
- I primi dieci cloud service provider al mondo vedranno un incremento a due cifre (si pensa a un 10%) dei loro investimenti in data center. Le aziende, soprattutto le PMI, continueranno ad avere fame di cloud e di servizi It, di conseguenza i cloud service provider dovranno dimostrare di essere in grado di stare dietro alle richieste.
- Se il segmento enterprise potrà registrare un rallentamento negli investimenti, le PMI continueranno la loro corsa verso l’adozione di piattaforme cloud e di modalità as-a-service. Benissimo, attenzione però a non polarizzare gli investimenti sul cloud pubblico, a volte può non essere la scelta migliore.
- Un incremento dei prezzi di servizio sarà inevitabile. Ciò è dovuto in primo luogo a una probabile crescita dell’inflazione globale nella seconda metà del 2021 ma soprattutto all’introduzione di nuove tecnologie.
- Parlando di tecnologie, l’attesa è alta per la nuova famiglia di processori Intel Ice Lake. I nuovi core orchestreranno più memoria, più storage e gestiranno interconnessioni più veloci. Ovvero, l’introduzione degli Ice Lake farà il paio con l’introduzione di nuove componenti hardware nei sistemi dei data center. Assisteremo ancora al testa a testa tra Intel e AMD per la leadership, ma ci sarà posto anche per ARM, e Nvidia continuerà ad eccellere per soddisfare le esigenze di tecnologie come il deep learning.
- Il deep learning, il machine learning, l’intelligenza artificiale in generale e le altre tecnologie in espansione si dimostreranno ancora affamate di elaborazione. Così, assisteremo alla consacrazione dell’accelerate computing. In soldoni: l’architettura di elaborazione supportata da un processore grafico (Gpu) che Nvidia sa costruire molto bene, e da nuovi sistemi di raffreddamento a liquido. A Cpu e Gpu si aggiungeranno sempre più Dpu (Data Processing Unit). Si tratta di SoC, system-on-a-chip, che comprendono una Cpu multicore programmabile e, soprattutto, una nuova architettura di comunicazione (networking) per favorire e velocizzare il trasferimento dati tra i sistemi di elaborazione.
In definitiva, ci aspetta un anno molto interessante per i data center e per i cloud service provider ma, attenzione, un gran festone attira sempre un maggior numero di invitati: per questo diventa ancora più importante che l’azienda cliente sappia scegliere il cloud service provider che possa contare sulle strutture migliori, competente, certificato e con referenze importanti.