Le aziende moderne fondano il proprio business e i processi interni su soluzioni digitali. Di conseguenza, l’onere di prevenire i rischi aziendali si è progressivamente spostato verso il comparto IT, che è diventato sempre più centrale a livello organizzativo.
Ciò è dipeso da diversi fattori, ma in particolare dall’aumento del costo del downtime, dal crescente valore strategico dei dati e dall’intensificarsi delle minacce, sia esterne che interne.
I tre principali rischi aziendali che gravano sull'IT
Cerchiamo quindi di comprendere, più in dettaglio, con quali rischi aziendali abbia a che fare il comparto IT, partendo dai tre principali.
Downtime, da evitare a tutti i costi
L’interruzione dei servizi IT paralizza l’azienda e può costare fino a 9.000 dollari al minuto. Può essere dovuto a guasti hardware, attacchi informatici, problematiche di rete o, più in generale, all’infrastruttura IT aziendale.
Violazioni di dati (Data Breach)
Anche i data breach, che mediamente costano 4,88 milioni di dollari l’uno, possono derivare da molteplici cause come vulnerabilità non risolte, errori di configurazione o attacchi mirati come i ransomware.
Compliance normativa
L’evoluzione del quadro normativo impone alle aziende di adeguarsi a standard sempre più stringenti in materia di sicurezza. Un esempio recente è la Direttiva NIS2, che rafforza gli obblighi di cybersecurity per le aziende operanti in settori critici; la non conformità con il dettato normativo può portare a sanzioni economiche molto rilevanti.
Prevenire i rischi aziendali, ovvero gestirli al meglio
Prevenire i rischi non significa poterli azzerare. Qualsiasi sistema IT, per quanto sicuro e aggiornato, non potrà mai essere completamente immune da minacce, vulnerabilità o guasti. L’approccio corretto, quindi, non è quello di inseguire un impossibile azzeramento del rischio, ma adottare strategie efficaci per ridurre al minimo e contenere gli eventuali impatti.
Le aziende più mature affrontano questa sfida con una visione strutturata, basata sui pilastri fondamentali della sicurezza informatica, della protezione del dato e della continuità operativa. Ciò che le distingue è l’approccio strategico che ogni azienda adotta: ogni aspetto della gestione del rischio, infatti, va supportato da piani operativi, da processi ben definiti e da ruoli organizzativi ad hoc.
Dalla definizione delle policy di sicurezza alla gestione delle emergenze, fino alla distribuzione delle responsabilità tra i team IT e di sicurezza, ogni elemento deve essere strutturato in modo da garantire reattività ed efficacia.
Vulnerability e Patch Management: al cuore della sicurezza preventiva
Tra gli elementi fondamentali di un’ottima strategia di sicurezza preventiva, la gestione delle vulnerabilità (Vulnerability Management) e il Patch Management occupano una posizione privilegiata. Questi due processi, considerati di routine nelle aziende più mature, consentono di ridurre il rischio di incidenti cyber limitando il più possibile la superficie d’attacco.
Gestione delle vulnerabilità: identificare e mitigare i punti deboli
Il Vulnerability Management è il processo chiave della sicurezza informatica che ha l’obiettivo di identificare, analizzare e mitigare le vulnerabilità presenti nei sistemi IT prima che possano essere sfruttate dai malintenzionati. Questo processo si articola in diverse fasi, tra cui:
- Vulnerability Scan, ovvero individuazione (automatizzata) di elementi di debolezza nei sistemi, nelle applicazioni e nelle configurazioni;
- Valutazione del livello di rischio, la probabilità che una minaccia si verifichi, unita al potenziale impatto determina l’urgenza e la priorità d’intervento;
- Definizione delle azioni correttive, che possono rientrare nelle due macroaree della remediation o della mitigation a seconda dei casi;
Patch Management, per ridurre l’esposizione con aggiornamenti tempestivi
Il Patch Management è il processo di gestione, test e distribuzione degli aggiornamenti software necessari (in questo caso) a correggere vulnerabilità di sicurezza o a migliorare la stabilità dei sistemi. La patch vengono rilasciate per ogni software: quelli distribuiti da vendor di mercato, quelli open source e anche quelli sviluppati internamente. Una gestione efficace delle patch è essenziale per garantire che le vulnerabilità identificate vengano risolte in tempi rapidi.
Anche in questo caso siamo di fronte a un vero e proprio processo da eseguire ciclicamente in modalità continua, perché alla nascita di nuove vulnerabilità fa seguito lo sviluppo delle relative patch.
- Identificazione delle patch disponibili con monitoraggio dei rilasci da parte dei vendor;
- Prioritizzazione degli aggiornamenti, ovvero valutazione (molto) accurata dell’impatto di ciascuna patch sui sistemi aziendali, bilanciando la necessità di sicurezza con la continuità operativa;
- Testing e validazione delle patch in ambienti controllati;
- Distribuzione progressiva degli aggiornamenti nei sistemi di produzione;
- Monitoraggio post-implementazione per verificare l’efficacia della patch e rilevare eventuali vulnerabilità emerse dopo l’aggiornamento.
C’è in tutto questo un punto importante d’attenzione. Data la lunghezza e la complessità dei processi di vulnerability assessment e patch management di tipo tradizionale c’è il rischio di non portarli a termine, o di non seguirli con la necessaria costanza. Del resto è innegabile che il patch management porti con sé un certo livello di complessità. Che fare allora? Un utile approccio alla prevenzione proattiva è dato da servizi innovativi quali ad esempio il Continuous Threat Exposure Management in grado di identificare le esposizioni più pericolose e mitigare i rischi in base al loro impatto.
Ad esempio, permette di evidenziare i punti in cui convergono molti percorsi di attacco e la cui messa in sicurezza può portare i maggiori benefici. In questo modo si riduce la complessità di gestione e di fix delle vulnerabilità, riducendo al massimo i rischi.