Oggi le aziende devono essere rapide, flessibili e agili nell’adozione del cloud. Ma questa agilità espone anche a minacce sempre più complesse e sofisticate.
Non è più sufficiente affidarsi a firewall o antivirus: le vulnerabilità possono nascere da configurazioni errate, pratiche DevOps poco sicure o mancanza di controllo.
Il ruolo e i 3 pilastri della Cloud Native Security
Cloud Native Security nasce come evoluzione naturale della cybersecurity tradizionale per gestire in modo efficace le minacce legate ad ambienti e applicazioni Cloud Native.L’obiettivo, non è solo quello di proteggere un perimetro, ma di agire in profondità lungo tutto il ciclo di vita delle applicazioni, integrando pratiche DevSecOps per essere in grado di adattarsi alla natura dinamica di ambienti basati su container, microservizi e infrastrutture as code (IaC).

Nell’immagine le 4 C della Cloud Native Security, come si vede, ogni livello dipende dagli altri, quindi è necessario gestire la sicurezza in ciascuno dei livelli indicati per fornire una protezione efficace contro gli attacchi.
La sicurezza diventa quindi nativa, ovvero progettata fin dall’inizio per vivere e operare dentro l’ecosistema cloud, anticipando le minacce e automatizzando la risposta. È qui che entra in gioco un trio di strumenti strategici:
- Secret Manager
- Immagini container Zero-CVE
- CNAPP (Cloud-Native Application Protection Platform)
Secret Manager: il primo passo verso una sicurezza senza compromessi
Secondo IBM, il 19% delle violazioni informatiche deriva da credenziali compromesse. Il Secret Manager nasce per prevenire proprio questo tipo di minaccia, proteggendo password, chiavi API, certificati e token.
Si tratta di un tool che archivia e protegge in modo sicuro credenziali, chiavi API, certificati e altre informazioni sensibili che le applicazioni utilizzano per operare, evitando che password o token finiscano “hard-coded” dentro il codice, e rendendo così il software molto più sicuro.
Grazie alla rotazione automatica dei segreti, alla crittografia e ai controlli di accesso granulari, il Secret Manager diventa un elemento fondamentale per la strategia DevSecOps.
Un tool di Secret Management infatti consente:
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la gestione centralizzata e sicura dei segreti
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una protezione attiva dagli attacchi informatici, riducendo drasticamente il rischio di esposizione accidentale.
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una costante integrazione con i cloud provider per controllare l’accesso ai segreti anche in scenari multi-cloud o ibridi.
Questo approccio riduce drasticamente il rischio di esposizione e semplifica il lavoro dei team Dev e Sec. In un mondo dove una singola chiave API esposta può compromettere interi sistemi, un Secret Manager non è più un optional ma la base della sicurezza Cloud Native.
Immagini container zero-CVE: la sicurezza parte dalle fondamenta
Le Container images sono dei modelli che vengono utilizzati per la creazione dei container. Agiscono come un template perché contengono tutte le informazioni necessarie per la creazione di un'applicazione comprese tutte le sue dipendenze (il codice, le librerie, le configurazioni e le variabili d'ambiente) garantendo portabilità e coerenza dell'ambiente di esecuzione.
Le immagini vengono normalmente prese da librerie Open Source, che non sempre riescono a garantire un controllo capillare e una correzione repentina di tutte le vulnerabilità note (CVE). Quindi se una di queste immagini contiene delle vulnerabilità, tutta l’applicazione e tutto l’ambiente su cui quei container girano diventano potenzialmente a rischio.
Per risolvere questo problema sono stati creati dei tool e servizi che forniscono immagini zero-CVE, ovvero versioni “pulite” e costantemente aggiornate di immagini in cui le vulnerabilità note vengono eliminate o ridotte al minimo.
Meno vulnerabilità significa meno punti deboli sfruttabili dagli attaccanti.
CNAPP: la piattaforma completa per la sicurezza Cloud Native
La sicurezza in ambienti Cloud e Cloud Native è una sfida complessa, spesso aggravata da una visibilità limitata, da strumenti disaggregati e da una scarsa capacità di risposta e automazione nei processi di conformità.
Per rispondere a questi problemi e affrontare al meglio la complessità sono nate le Cloud-Native Application Protection Platform (CNAPP) soluzioni capaci di integrare ed aggregare più strumenti e funzionalità di sicurezza in un’unica piattaforma.
L’adozione di una CNAPP offre ai team di sicurezza visibilità completa, rilevamento delle minacce e automazione delle policy di sicurezza lungo l’intero ciclo di vita delle applicazioni cloud-native perché integra in un’unica piattaforma:
- gestione della postura nel cloud (CSPM)
- protezione dei carichi di lavoro (CWPP)
- gestione della postura degli utenti e degli accessi (CIEM)
- sicurezza del runtime
- sicurezza dei dati
Una CNAPP rappresenta quindi molto più di uno strumento tecnico: è il cuore della strategia di sicurezza Cloud Native e una componente essenziale per garantire resilienza digitale.
Il futuro del DevSecOps: un ecosistema sicuro, resiliente e conforme
La lezione è chiara: Secret Manager, immagini zero-CVE e CNAPP formano un trio formidabile per garantire sicurezza, conformità e resilienza digitale.
- Il Secret Manager protegge i segreti alla base dell’ecosistema;
- Le immagini Zero-CVE riducono drasticamente le vulnerabilità;
- La CNAPP centralizza visibilità, gestione e automazione.
Per qualsiasi azienda che operi in ambiti regolati, adottare queste tecnologie è ormai un obbligo per rispettare le normative europee. In ogni caso, investire in Cloud Native Security oggi significa costruire solide fondamenta di sicurezza per avere un’organizzazione più solida, competitiva e pronta ad affrontare le sfide del futuro.
