Il disaster recovery dovrebbe essere una commodity ma non lo è. Le previsioni sul mercato del DRaaS (Disaster Recovery as a Service) sono ottimistiche con un trend di crescita a valore previsto del +23,3% a valore anno su anno, raggiungendo i 14,6 miliardi di dollari entro il 2025.
L’argomento, finalmente, sembra essere caldo. Negli ultimi due anni i manager aziendali si sono accorti sulla propria pelle cosa significa non avere un piano di disaster recovery. Una pandemia, una guerra, una calamità naturale, sono solo alcuni degli eventi possibili con i quali le aziende hanno dovuto, o potrebbero dover, fare i conti.
Che cos'è un piano di disaster recovery (DRP)
Il Disaster Recovery Plan (DRP) è un insieme di procedure e strategie pensate per ripristinare l’operatività dei sistemi IT aziendali a seguito di un evento critico. Non si tratta solo di recuperare i dati, ma di garantire che l’azienda possa riprendere le attività nel minor tempo possibile, minimizzando i danni e l’impatto su clienti, operazioni e reputazione.
I disastri che possono rendere necessario l’attivazione di un DRP includono:
- Eventi naturali come alluvioni, incendi o terremoti
- Errori umani, guasti tecnici o interruzioni di corrente
- Cyber-attacchi, in particolare ransomware e accessi non autorizzati
Un DRP efficace assicura che l’azienda sia pronta ad affrontare questi scenari, con procedure definite e strumenti adeguati per il ripristino.
DRP e Business Continuity Plan: qual è la differenza?
Il DRP è una componente essenziale del Business Continuity Plan (BCP), ma ne rappresenta solo una parte. Mentre il DRP si concentra sul ripristino delle infrastrutture e dei sistemi IT, il BCP ha un approccio più ampio e include la continuità dei processi di business, la comunicazione, la gestione delle risorse umane e altro ancora.
H2: RTO e RPO: gli obiettivi chiave del tuo piano
Due concetti fondamentali nella stesura di un DRP sono:
- Recovery Time Objective (RTO): quanto tempo può restare offline un sistema prima che l’impatto diventi critico? L’RTO indica la velocità con cui l’azienda deve tornare operativa.
- Recovery Point Objective (RPO): quanti dati si possono ragionevolmente perdere in caso di disastro? L’RPO definisce il massimo intervallo di tempo tra l’ultimo backup valido e l’evento di perdita.
Definire correttamente RTO e RPO è il primo passo per scegliere la giusta tecnologia e strategia di ripristino, con implicazioni dirette su investimenti, soluzioni cloud, replica geografica e gestione dei dati.
Il processo per creare un piano di disaster recovery efficace
Un piano di DR ben fatto si costruisce attraverso una procedura in 5 passaggi chiave:
- Analisi dei rischi e dell'impatto (BIA): valutare minacce e vulnerabilità, identificando i processi critici e i potenziali danni da fermo.
- Definizione di RTO e RPO: stabilire obiettivi di ripristino in termini di tempo e dati.
- Scelta della strategia di recovery: selezionare la soluzione più adatta (backup, replica sincrona o asincrona, DRaaS).
- Creazione del team di risposta: definire ruoli, responsabilità e procedure per l’attivazione del piano.
- Test e aggiornamento periodico: simulare scenari reali per verificare l’efficacia del piano e mantenerlo aggiornato nel tempo.
Questa struttura ti consente di avere una vera e propria checklist operativa per garantire il ripristino rapido in caso di emergenza
Perché scegliere un partner per il Disaster Recovery as a Service (DRaaS)
Affidarsi a un provider esperto per il DRaaS significa:
- Costi prevedibili e scalabilità: investimenti proporzionati alle esigenze, senza infrastrutture da mantenere
- Accesso a tecnologie enterprise: soluzioni avanzate di backup, replica e orchestrazione
- Know-how dedicato: personale certificato e SOC attivo H24 per la gestione delle emergenze
- Attivazione rapida e testabile: possibilità di simulare failover e testare il piano in ambiente controllato
Un partner come ReeVo, specializzato in Cloud e Cybersecurity, offre piattaforme gestite con data center italiani, soluzioni personalizzate e presidio continuo per garantire affidabilità e sicurezza.
Oltre il recovery: DRP per la sicurezza e la compliance normativa
Un piano di disaster recovery efficace non è solo una misura tecnica: è anche un requisito di conformità normativa. Il GDPR richiede che i dati personali siano protetti e disponibili, anche in caso di eventi imprevisti. La direttiva NIS2, che coinvolge le infrastrutture critiche, impone requisiti di resilienza, continuità e reporting.
Consulta anche la nostra checklist Nis2 per capire come allinearti agli obblighi normativi.
Inoltre, la sovranità del dato è sempre più centrale: scegliere un partner come ReeVo significa avere i dati in Italia, all’interno di data center certificati:
-
ISO/IEC 27001 per la sicurezza delle informazioni
-
Conformità AGID per i servizi alla PA
-
Livello Tier IV per la massima affidabilità
[Vuoi scoprire come impostare al meglio un piano di Disaster Recovery? Qui trovi tutto quello che ti serve sapere grazie agli esperti di ReeVo Cloud & Cyber Security]