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On premise vs Cloud: Confronto Definitivo per Soluzioni Software Moderne

On premise o cloud native (qui i trend del cloud per il 2022), questo è il dilemma. In verità, il dubbio sembra essere solo nella testa dei responsabili IT delle aziende. Perché i cloud provider, e i partner IT in generale, hanno le idee molto chiare: lo sviluppo applicativo oggi deve essere cloud native, senza se e senza ma.

I “se” e i “ma” essenzialmente sono figli della paura. Paura di perdere il controllo sulle applicazioni. Paura di violazioni dell’infrastruttura. Paura di vedere i dati compromessi. E sono anche paura del futuro, dei nuovi modelli economici che minerebbero certe usanze decennali che, solo perché sono consolidate, dovrebbero essere ancora difese.

In questo articolo cerchiamo di fare un po’ di ordine, ricordando cosa si intende per software on premise e dimostrando in 5 motivi che il cloud native è la scelta migliore per le aziende. E, a ben vedere, non si tratterebbe neanche di una scelta ma, piuttosto, di allinearsi alle esperienze dei grandi. Un social network, una piattaforma di streaming, un sito di ecommerce sono dei servizi. All’utente non viene richiesto di installare nessun software nel proprio computer o smartphone. Quando si scarica e si installa una app sullo smartphone non si sta scaricando un software “vecchia maniera” ma semplicemente tutto il necessario per stabilire una connessione via Internet al servizio richiesto.

Siamo di fronte, insomma, a un modello SaaS in cui si paga una fee fissa per un servizio e non una licenza d’uso, oltre alle spese accessorie (manutenzione e aggiornamenti). Lo sviluppo di un servizio applicativo, inoltre, è gestito con modalità totalmente nuove, e il cloud native sfrutta esattamente queste modalità.

Cosa è il software on premise

Il termine software on premise (o on premises) indica applicazioni installate e gestite direttamente sull’infrastruttura IT locale dell’azienda, come server fisici o virtuali situati all’interno della sede aziendale. L’espressione deriva dall’inglese “on the premises”, ovvero “nei locali”, e sottolinea la natura fisicamente interna di queste soluzioni.

Questo modello consente un controllo completo su ogni aspetto del software: dall’installazione agli aggiornamenti, dalla sicurezza alla gestione dei dati. È spesso adottato da aziende che devono rispettare elevati standard di compliance, hanno dati sensibili da proteggere o preferiscono mantenere il software all’interno di un perimetro IT ben definito.

Tuttavia, richiede investimenti iniziali maggiori in termini di hardware, licenze e personale tecnico, oltre a una manutenzione costante. L’on premise è quindi una soluzione più tradizionale, che continua a essere scelta in contesti dove la sicurezza, la personalizzazione e il controllo diretto sono priorità assolute.

Vantaggi Tradizionali

Nonostante la crescente diffusione del cloud, molte aziende continuano a preferire soluzioni on premise per via di alcuni vantaggi legati al controllo e alla gestione diretta dell’infrastruttura. I principali benefici includono:

  • Controllo esclusivo su sistemi, dati e processi aziendali.
  • Gestione interna di dati sensibili e applicazioni core, ideale per settori regolamentati.
  • Flessibilità personalizzata in termini di configurazioni, sicurezza e politiche di accesso.
  • Staff IT dedicato che garantisce interventi rapidi e diretti.
  • Alto investimento iniziale che, se ben pianificato, può essere ammortizzato nel lungo periodo.
Questi elementi rendono il modello on premise ancora valido in contesti dove sicurezza, conformità normativa e customizzazione sono fattori critici.

Limitazioni e Criticità

L’approccio on premise, pur offrendo vantaggi in termini di controllo, comporta anche diverse limitazioni, soprattutto in scenari in rapida evoluzione tecnologica. Tra le principali criticità:

  • Costi iniziali elevati per hardware, licenze e infrastruttura, oltre a spese di manutenzione ricorrenti.
  • Aggiornamenti complessi e costosi, spesso soggetti a interruzioni operative o tempi di inattività.
  • Necessità di personale IT specializzato, con competenze specifiche per la gestione di sistemi interni.
Questi aspetti possono ostacolare la scalabilità e l’agilità aziendale, rendendo meno conveniente il modello tradizionale rispetto a soluzioni cloud-native.

Cosa è il cloud native

Il concetto di cloud native definisce un nuovo paradigma nello sviluppo software, in cui le applicazioni sono progettate fin dall’inizio per sfruttare appieno le potenzialità del cloud. Questo approccio consente alle aziende di diventare più agili, scalabili e resilienti, rispondendo rapidamente alle esigenze di mercato e agli input degli utenti. Il cloud native non è solo una tecnologia, ma un modello culturale e architetturale che abbraccia automazione, microservizi, container e DevOps.

Definizione e Caratteristiche

Il cloud native è un (nuovo) approccio per l’IT, che rende possibile una maggiore velocità ed efficienza del modello operativo basato sul cloud e permetta alle aziende di configurare, eseguire e migliorare delle applicazioni responsive su qualsiasi tipo di cloud: public, private, hybrid o multi.

Benefici del Cloud

I vantaggi principali dell’approccio cloud native includono:

  • Velocità ed efficienza nello sviluppo e distribuzione delle applicazioni
  • Aggiornamenti dinamici e automatici basati sui feedback degli utenti
  • Riduzione delle spese operative e dei costi di infrastruttura
  • Maggiore scalabilità per supportare picchi di domanda e crescita aziendale

Vediamo, dunque, i 5 elementi base che definiscono l’approccio cloud native.

I 5 Elementi Base dell’Approccio Cloud Native

  1. DevOps collaborativo. Lo sviluppo DevOps, basato sui principi Agile e Lean, indica una nuova metodologia in cui chi sviluppa codice e chi gestisce le operations collaborino costantemente. Semplificando, si usano delle piattaforme specifiche di sviluppo che annullino la distanza tra il codice applicativo e le funzionalità del servizio visibili agli utenti.
  2. Per snellire lo sviluppo applicativo e orchestrare i carichi di lavoro in modo scalabile si utilizzano i cosiddetti container applicativi. Il container è l’ambiente in cui nasce ed evolve un servizio.
  3. Architettura modulare a microservizi. Lavorare a microservizi permette degli aggiornamenti più rapidi e semplificati. Si agisce sul microservizio per migliorare o correggere una funzione, per costruirne una nuova o per eliminarla. Grazie ai microservizi non è necessario bloccare un intero applicativo, e quindi la produzione, per eseguire un aggiornamento.
  4. Le applicazioni cloud native devono essere messe in comunicazione tra di loro. Questo è possibile grazie alle API. Si tratta di piccoli codici applicativi che mettono in collegamento i servizi. Ciò semplifica la manutenzione e incrementa i livelli di sicurezza
  5. I servizi SaaS lavorano su ambienti cloud. Che siano cloud pubblici, cloud ibridi, multi o cloud privati, questi sono gli ambienti naturali di sviluppo, rilascio e gestione delle applicazioni cloud native.

In particolare, i data center aziendali, in cui veniva installata la parte server del software on premise, oggi si trasformano in cloud privati. In questo modo, spariscono tutte le preoccupazioni dei responsabili IT aziendali e si adegua l’azienda a un’architettura applicativa innovativa e concorrenziale.

Implicazioni sulla Sicurezza

La sicurezza è un aspetto cruciale nel confronto on premise vs cloud.

  • On Premise: Offre un controllo diretto sulla sicurezza, ma richiede investimenti importanti in hardware, software e personale.
  • Cloud Native: I provider cloud implementano misure di sicurezza avanzate e garantiscono aggiornamenti continui; tuttavia, è fondamentale assicurarsi di avere contratti chiari e sistemi di monitoraggio per mantenere la conformità e proteggere i dati.

Scalabilità e Costi

In termini di scalabilità e costi, il modello cloud native presenta notevoli vantaggi:

  • Scalabilità: Le applicazioni cloud possono essere facilmente ridimensionate in base alle esigenze aziendali, garantendo performance ottimali durante i picchi di utilizzo.
  • Costi: Il modello di spesa è generalmente basato su fee ricorrenti, riducendo l’investimento iniziale e permettendo una gestione più flessibile del budget IT.

Dunque, il confronto on premise vs cloud non è semplicemente una questione tecnologica, ma una scelta strategica che coinvolge costi, sicurezza, scalabilità e capacità di innovazione. Le aziende devono valutare attentamente le proprie esigenze per decidere quale modello adottare, tenendo presente che il cloud native sta diventando sempre più la soluzione preferita dai leader di settore per la sua capacità di garantire agilità e efficienza.