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Servizi di multicloud management: ne hai bisogno, ora

25 Maggio 2022

In tempi ibridi e multicloud, la gestione centralizzata e l’orchestrazione degli ambienti cloud privati e pubblici diventa prioritaria. Per questo è necessario affidarsi a servizi di multicloud management completi ed efficienti.

Secondo una ricerca dell’IBM Institute for Business Value del 2018, il multicloud rappresentava già l’85% degli ambienti cloud delle aziende nel mondo. Non solo, la previsione al tempo sosteneva che, entro il 2021 si sarebbe raggiunta una percentuale del 98% sul totale, sempre nel mondo.

Dati così ottimistici non devono far pensare a una valutazione errata. Un’azienda che utilizza Microsoft 365 e sfrutta applicativi particolari in modalità di servizio sta usando un ambiente multicloud, magari senza esserne consapevole.

Ricordiamo, per non complicare le cose, che un ambiente multicloud non deve essere confuso con un cloud ibrido. Sebbene entrambi siano distribuiti tra cloud pubblico e privato, la modalità ibrida prevede un dialogo continuo tra gli ambienti, mentre la modalità multicloud non prevede l’interazione tra le diverse tipologie di cloud utilizzate.

Detto questo, tornando ai dati del report IBM, del totale delle aziende che già utilizzavano ambienti multicloud, solo il 41% aveva una strategia multicloud e solo il 30% aveva all’attivo policy e strumenti di gestione multicloud.

Insomma, il tema dei servizi di multicloud management è caldo e lo sarà sempre di più. Secondo una rilevazione di MarketsAndMarkets, l’intero comparto a livello mondiale dovrebbe sfiorare i 5 miliardi di dollari entro il 2022 con un CAGR (incremento medio annuo) del 31% dal 2017.

Cosa sono i servizi di multicloud management

Intanto, definiamo i servizi di multicloud management come quei servizi applicativi di gestione centralizzata di ambienti cloud eterogenei.

In una struttura IT distribuita su più ambienti cloud, che siano pubblici, ibridi, privati o ancora strutture on premise, il livello di complessità di gestione cresce. Al punto che poche aziende possono dichiarare di potersela cavare da sole. Inoltre, più ambienti significa interfacce di gestione diverse, e gestirle una a una richiede un ventaglio di risorse e competenze troppo esteso.

Per questo, il primo consiglio per le aziende che si trovano a gestire ambienti multicloud è di…. farsi aiutare. Ovvero individuare un partner It, magari un managed service provider, e delegare a lui l’intera gestione dell’infrastruttura It.

È legittimo chiedersi, a questo punto, che il partner It designato sia all’altezza del compito, ovvero gestisca gli ambienti con un valido servizio di multicloud management.

Come scegliere il cloud management provider

Cosa deve chiedere, allora, un’azienda a un fornitore di servizi It? Vediamolo in dettaglio. Innanzitutto, chi fornisce servizi di multicloud management deve possedere:

  • Le competenze interne per gestire le piattaforme degli hypervisor, con una spruzzata di competenze sull’on premise
  • La giusta capacità e sensibilità per l’ottimizzazione e l’analisi dei costi che, in un contesto as-a-service, sono soggetti a variazioni frequenti
  • Forti garanzie di sicurezza e capacità di gestione di accessi e privilegi
  • Un team a disposizione del cliente 24x7 per risolvere ogni problematica in maniera trasparente.

L’obiettivo, insomma, è di semplificare la gestione degli ambienti, aumentare l’efficienza dei servizi, fornire una scalabilità immediata e una certa facilità di intervento e di personalizzazione. Oltre ad avere sempre la visione complessiva dei costi a carico del cliente.

Cosa deve avere un servizio di gestione multicloud

A questo punto, non resta che illustrare i servizi essenziali di una piattaforma di gestione multicloud. Ogni piattaforma di gestione dei servizi in ambienti multicloud è diversa, ma ci sono delle componenti imprescindibili che tutte devono avere. Il cuore di ogni piattaforma di questo tipo è la console, il front end da cui gestire in modalità grafica tutte le attività. Generalmente avremo una console operativa che offre l’accesso a tutta l’architettura come se fosse un’unica identità. Una visione permessa dai vari “connettori” disponibili per i diversi ambienti.

La console operativa si avvale, generalmente, di algoritmi di machine learning per autoapprendere la gestione operativa e costruire in maniera indipendente le funzioni di automazione utili a snellire il lavoro manuale.

Altrettanto importante, per quanto detto in precedenza, è una console di controllo dei costi, per avere in ogni momento la visibilità totale della variabilità dei costi e anche per fornire una loro visione futura.

Ancora, allo sviluppo dei servizi sarà dedicata l’apposita console di sviluppo da cui i team agiranno per realizzare e distribuire i nuovi servizi, o per modificare gli esistenti. Le moderne console di sviluppo lavorano in modalità Agile secondo i paradigmi dello sviluppo DevOps. Anche per questo, è importante affidarsi a un management service provider con le giuste competenze.

Infine, è opportuna una console di gestione dei consumi, spesso integrata in quella dedicata al controllo dei costi, per avere in tempo reale la situazione su come sono utilizzate le risorse (elaborazione, storage e networking) e individuare subito le criticità.

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