ValuePoint è lo spazio dedicato al canale della rivista Office Automation. Ogni mese ospita un momento di aggregazione, tramite il formato della tavola rotonda, dove raccogliere il pensiero dei manager del canale. Si parla di processi, manager, attività. È adesso il turno di un nuovo operatore che, da un lato è un canale, dall’altro è un po’ un vendor poiché produce propri prodotti (anzi: servizi) originali e quindi spesso (ma non sempre) si affida a un canale per la loro veicolazione. Stiamo parlando dei Cloud Service Provider, ovvero di quelle entità italiane o internazionali che dispongono di (o gestiscono) un proprio data center e quindi offrono al canale una suite di servizi cloud con un proprio brand (oppure in ‘white label’, personalizzandoli col brand del reseller).
Un settore estremamente dinamico
Non ci sono solo i grandi nomi quali Amazon Web Services, Microsoft, Google, IBM, le grandi Telco. Ci sono anche una serie di operatori di dimensioni più contenute che fanno della personalizzazione e flessibilità il loro punto di forza. Spesso questi operatori svolgono anche funzioni di system integrator e indirizzano direttamente l’utenza finale, altre volte invece si affidano (in tutto o in parte) a un canale. Primo Bonacina per ValuePoint ha chiesto ad alcuni di questi operatori se si avvalgono di un canale per la fornitura delle loro soluzioni cloud e data center, e, se sì, che caratteristiche ha questo canale. Ma soprattutto, in prospettiva 2017, vogliamo sapere come cambia il loro rapporto con il canale: di quale canale hanno bisogno? Quali sono i punti qualificanti dei loro accordi di partnership con il canale? Hanno forse bisogno di un ‘nuovo’ canale? Ecco le risposte!
[per leggere il contributo di Salvatore Giannetto, CEO di ReeVo, clicca qui]